domenica 3 luglio 2011

Paris

Parigi è sempre bella, sempre riesce a sorprenderti, in ogni stagione, ad ogni visita che le fai (la prima come la centesima). Ogni volta è un rinnovato innamoramento, rifiorire di stupore e felicità in una città mai scontata, mai ovvia o prevedibile...
Dal 2006 è capitata l'occasione di soggiornarci spesso (almeno una volta l'anno) per periodi più o meno brevi, soprattutto da quando Lorenzo del Francia, mio fratello, si è trasferito lì per realizzare il suo sogno di diventare fotografo, cosa che qui -in Italia- pareva fantascienza e nella capitale francese una possibilità....
Di taccuni, schizzi e disegni di Parigi Gabrile ne conserva quindi svariati, da quelli in cui il pennarello la faceva da padrone agli ultimi, sempre più elaborati e maturi, in cui china, matita ed acquerello si mescolano armoniosamente. (Vedi qui "L'evoluzione dei carnets de voyage").
Se le prime volte, di questa città, colpisce la "Grandeur française": i monumenti, le piazze, gli immensi viali o musei, i grandi magazzini o mercati in cui le vite multietniche si srotolano in una (forse solo apparente) armonia orchestrata; con il tempo ciò che ammalia sono i particolari, i caratteri specifici e mai scontati dei singoli quartieri, o strade, o perfino singoli locali. La peculiarità nella grandezza.
Certo, la possibilità di vivere Paris (ultimamente) in compagnia di una persona cara, che da tre anni vive lì, facilita il soggiorno e l'infatuazione/innamoramento per il posto...  se inizialmente giravamo la città con guida alla mano, cercando così di non lasciarci sfuggire le imperdibili meraviglie, ingordi di sapere, vedere, sentire, macinando chilometri e facendo a gara con il tempo (come ogni turista che si rispetti), adesso è diverso: adesso che un'idea dell'insieme ce la siamo fatta, dolce è perdersi, senza obiettivi o impegni, nel dolce mare della capitale francese... davvero dolce, sublime azzarderei.
I disegni di Gabriele documentano questa evoluzione/comprensione: da un lato l'affinamento del suo personale lavoro (sempre più acuto e spontaneo nella tecnica) e dall'altro il prendere confidenza con la città e con i suoi luoghi più intimi e celati...
Se nei taccuini del 2006 troviamo Montmartre, Notre-Dame, le centre Pompidou con la sua meravigliosa fontana di Tinguely... bhè, con il tempo, negli schizzi, vediamo altro ... ultimamente direi soprattutto locali parigini e mercati, scorci di vie meno note, visuali inconsuete e marginali....
Devo ammettere che soprattutto le serate trascorse nei locali, in compagnia di Lorenzo e Laurianne, sono state d'ispirazione.... così ecco, nell'ultimo carnet di Paris la fanno da pardone i bistrot, i Pub, le birrerie o quei locali indefinibili in italiano perchè tipicamente o solamente parigini....
E' una meraviglia perchè al Cyrano o al Lou Pascalou abbiamo trascorso ore liete, chiacchierando tra noi o con altri (avventori del posto, per lo più perfetti sconosciuti) di tutto e di più e nel contempo Gabriele (disegnando/rubando qualche scorcio) ha potuto rappresentare con calma e naturalezza lo scorrere della vita parigina... al Bastide ci siamo innamorati di Vincent e del suo locale: non è da tutti i giorni trovare a Parigi una pinta di birra a 3,50 euro e godersela ascoltando musica che proviene esclusivamente da vinile... e vi giuro che l'accortezza e la cura con cui posiziona sul piatto il disco è la stessa, amorevole, con cui spilla la birra....
Gaia Del Francia