martedì 26 aprile 2016

Kerala: la terra degli alberi della noce di cocco.

Piantagioni di té, Munnar, 2016

Lasciamo il Tamil Nadu e l’ombra dei suoi mille templi per addentrarci in un’altro stato: il Kerala.

Come suggerisce l’origine del suo nome, Kera (albero della noce di cocco) e Alam (luogo o terra), varcato il confine di questo stato, che occupa una stretta striscia della costa sud-occidentale del paese, ci troviamo immersi in paesaggi dalla natura spettacolare. Incredibile la vastità delle piantagioni di Munnar, la più grande regione di coltivazione del tè dell’India del sud situata a 1600 metri di altitudine, dove le piccole e fitte foglie di questa pianta ricoprono, come un verde velluto fino all’orizzonte, il profilo delle sue montagne. Avvolgente la quiete che pervade esplorando, a bordo di sottili canoe, la fitta rete di stretti canali coperti dalla vegetazione (nei dintorni di Alappuzha e Kollam), in cui la vita galleggiante delle famiglie di pescatori sfiora e accarezza il nostro sguardo ridimensionando il concetto (occidentale) di tempo e di spazio.

Non resta che lasciar scorrere la matita sul taccuino o spingere l’occhio attraverso l’obbiettivo per fissare sulla pellicola quell’intorno che inevitabilmente avvolge, affascina o respinge, cercando di coglierne un minuscolo frammento…
Gabriele







Alleppey
Munnar















Munnar
Kollam

domenica 10 aprile 2016

Tamil Nadu, la terra degli dei.

Kanchipuram, 2016 

‪"... la prima cosa che feci fu tornare in India, dove la vita è sempre più naturale, dove l'umanità è ancora la più varia, dove il tempo è più lungo, dove il vecchio sopravvive accanto al nuovo e dove il vivere e il morire sembrano essere un'esperienza più antica che in ogni altra parte della Terra." 
(Tiziano Terzani) 

L'India è un paese che non lascia indifferenti, c'è chi la detesta e chi la ama alla follia... Io e Gabriele apparteniamo certamente alla seconda schiera e da tempo, da quando visitammo nel 2007 il Rajastan, sentivamo il richiamo di quella terra e il desiderio di ritornarci. A dicembre abbiamo acquistato i biglietti e iniziato a stendere un sommario itinerario, questa volta nell'estremo sud del subcontinente, consapevoli che sarebbe stato solo una bozza, la fievole traccia di un cammino che avrebbe preso vita propria sul posto, assecondando necessariamente i "tempi indiani", il caso e la buona sorte.
Siamo partiti senza aspettative, con un biglietto di andata Firenze-Chennai e uno di ritorno Bangalore-Firenze, euforici, leggeri, aperti e curiosi di quanto l'India ci avrebbe regalato questa volta.

Dell'India si può dire tutto e il contrario di tutto, è un paese tanto vasto quanto variegato, ospitale, talvolta difficile ma sempre capace di accogliere, anche grandi contraddizioni. Difficile è parlarne... forse più facile è stato rubarne qualche emozione e trascriverla su carta con matite e pennelli.
Ecco quindi qualche pagina del taccuino indiano che Gabriele ha realizzato durante i 40 giorni di soggiorno nel sud dell'India. Partiamo dal Tamil Nadu, terra degli dei e dei mille meravigliosi templi in cui vengono venerati.

“Sì, ti prende la gola, ti prende allo stomaco, ti prende alle spalle, ti prende in giro – l’India non ti lascia mai in pace -, ma è proprio con quelle sue mille costanti, aggressive, ripugnanti contraddizioni che l’India ti dà – stranamente – anche pace” (Tiziano Terzani)












Chidambaram
Mahabalipuram



Kanchipuram
Kumbakonam