mercoledì 23 febbraio 2011

A come Atelier




Dalla grande porta finestra la luce entra generosa, diffusa, gentile come un profumo che s'insinua in ogni anfratto.
Nella pozza di luce, le mani di Gabriele si muovono sapienti, leggere, agili come pesci in mare aperto. Dal loro navigare (su carta o tela) nascono sentieri, cammini, mappe e da lì paesaggi, orizzonti, territori, mondi...
Da pozza di luce l'Atelier si trasforma in galassia...
Amo perdermi in quel groviglio d'universi che a dismisura si dilata.
Amo tuffarmi in questo mare costellato d'arcipelaghi variopinti, inabissarmi, riemergere naufraga su una di quelle isole dai confini morbidi e sfumati.
Amo affacciarmi su quei mondi, sbirciarli in silenzio senza proferir giudizio, talvolta con falsa indifferenza, così come si curiosa nella quotidianità altrui da una finestra illuminata, aperta sulla sera.
Amo far passeggiare lo sguardo tra tele, fogli di carta, matrici inchiostrate... ma pure amo l'inciampo dell'occhio su pennelli e tavolozze sozzi di colore, pianeti abbozzati, creati per sottrazione con il non servito ad altri mondi.
Di questo piccolo spazio, che va moltiplicandosi in dimensioni più che superfici, amo il compiuto e l'incompleto, l'intero e l'avanzo che rimane, il visibile e ciò che soltanto è tangibile, celato allo sguardo, sognato, immaginato o solo immaginabile nella trama fitta dei raggi di sole che entrano da fuori...

Nessun commento:

Posta un commento