mercoledì 25 maggio 2011

Genesi dell'inesistente: VERTEBROTICO

«Quando io uso una parola», disse Humpty Dumpty 
in tono alquanto sprezzante, 
«questa significa esattamente quello che decido io... né più né meno.» 
«Bisogna vedere», disse Alice 
«se lei può dare tanti significati diversi alle parole.» 
«Bisogna vedere», disse Humpty Dumpty, «chi è che comanda... è tutto qua.»

Credo che capiti a tutti di avere attimi "linguistici creativi": momenti in cui, senza sapere bene come o perchè, ti ritrovi in bocca parole inesistenti (un "significante") di cui conosci perfettamente il senso o il significato anche se (spesso) ne ignori completamente il preciso "referente"... perchè non esiste o perchè lo stai creando nel momento stesso in cui lo nomini.
Capita sovente (credo, così deduco da personale esperienza) nell'ambito ristretto di una "comunità di parlanti", che siano essi famigliari, gruppo di amici, o colleghi di lavoro...
Succede che "ti escano parole" inesistenti (senza sapere come), che acquistino forza ed un preciso significato, che si aggiungano poi al vocabolario-dialetto "intimo" delle persone coinvolte fino a diventare "reali", d'uso, "parlate".
Capita, ed è bello... è una cosa che mi ha sempre affascinato.

Nel nostro piccolo, tra me e Gabriele a casa, o al Quarantasetterosso con assidui frequentatori, nascono di continuo termini nuovi, parole inventate o viceversa conosciute ma stravolte nel loro significato originale dall'uso "improprio" che ne facciamo...
"Brigul" o "Frozen" (temini affettuosi con cui ci nominiamo, tra noi), che poco hanno dello sdolcinato "darling",  "amore", "tesoro" o "Gianni-caro" (citazione da "Lilli e il Vagabondo" di Disney), sono meno ameni e romantici, ma hanno il vantaggio di possedere una storia tutta loro, una "nostra personale ed intima" etimologia che ce li rende unici ed insostituibili... personalmente non baratterei mai un "Brigul" con un generico "Amore mio"...
Così, ritornando a noi: l'altra sera Gabriele è uscito fuori con il suo VERTEBROTICO... non so a voi l'effetto che fa ma io, quando ha pronunciato quella parola, non ho saputo come controbattere... richiedevo aiuto casalingo per annaffiatura, apparecchiatura tavola, stendimento panni o solo (forse, ad essere sinceri) un'incondizionata attenzione alla mia persona.... ma di fronte ad un qualcosa (chi? cosa?) di vertebrotico che si intrometteva tra noi, non ho saputo che armi utilizzare... mi pare evidente che "vertebrotico" sia qualcosa di cazzuto ed impegnativo da combattere, invincibile nella sua aggressività o, viceversa, nella sua indolenza e mollezza.
Mioddio: un Vertebrotico potrebbe aggredirti con i suoi dentuzzi aguzzi e portarti via una mano... ma potrebbe anche distendersi, appisolarsi, mimetizzarsi in un angolo strategico della casa e farti inciampare (magari ridendosela poi sotto i suoi baffi unti)!
Ecco, il Vertebrotico ormai è entrato nella nostra "lingua": E' TRA NOI!
Io, che non so disegnare e quindi "rendere visibile" o rappresentare il referente, mi contento di descrivervi la paura e il rispetto che Lui mi procura... qualcosa di "vertebrato" e quindi ben costruito, mobile ed insidioso, assai intelligente e un po' aggressivo.... ma anche un essere che ha del  "paranoico", del pigro, dell'indolente, del furbesco scansafatiche ... "Vertebrotico", cavoli, non è che lo cancelli così, con la gomma, con un hoplà, non è che puoi far finta di niente... è un qualcosa di pericoloso e con i "controcazzi", cova sempre qualcosa (come le gatte) e l'unica è sperare che se la stia dormendo, mostrando così il lato tenero della sua "persona"...
Gaia

Alice era troppo perplessa per dir niente; così dopo un minuto Humpty Dumpty ricominciò. «Certe hanno un caratterino... soprattutto i verbi: sono i più orgogliosi... con gli aggettivi puoi fare quello che vuoi, ma con i verbi... comunque, io posso farli filare tutti quanti! Impenetrabilità! Ecco cosa dico!»
«E sarebbe così cortese da dirmi», disse Alice, «che cosa significa?»
«Ora parli come una bambina ragionevole», disse Humty Dumpty con aria molto compiaciuta. «Con "impenetrabilità" volevo dire che ne abbiamo abbastanza di questo argomento, e che faresti bene a dirmi cosa vuoi fare a questo punto, poiché non credo tu voglia fermarti qui 
per tutto il resto della tua vita.»

4 commenti:

  1. Bello accogliere nel regno dell'esistente un nuovo essere... Forse non facile da gestire, ma all'apparenza simpatico...

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  2. Non voglio un vertebrotico in giardino! Porebbe mangiarmi un piede. Mamma

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  3. Che bello il vertebrotico, io lo vorrei, me lo immagino così dolce e bisognoso di coccole.

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  4. Trovo i tuoi disegni splendidi. E VERTEBROTICO unico nel suo genere. Magdalene

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